mercoledì 24 febbraio 2010

Capitolo CXXXXIII:Be American, buy american


Questo post e' solo leggermente politico, sicuramente non partitico ma molto cultura americana. Quando una societa' o una nazione e' in crisi economica, il protezionismo verso i propri prodotti e' la prima cosa cha scatta. E gli Stati Uniti sono ancora del tutto immersi in una crisi economica mica da ridere: tasso di disoccupazione sopra il 10%, gente che non riesce a pagare i mutui per la casa, e problemi vari.
Come dicevo, il protezionismo verso i beni prodotti dalla nazione e' un fenomeno vecchio come il commercio: mai decantato dai politici ma molto spesso incarnato dal popolo. Dobbiamo tirarci su, quindi compriamo prodotti delle aziende americane. Non lo condivido troppo, ma posso capirlo.

E poi diciamocela tutta, gli americani, e per americani intendo quelli che vivono negli stati interni e non sulle coste (concetto dell'uovo che prima o poi sviluppero') sono sempre stati protezionisti a modo loro: i nostri prodotti sono migliori, quindi export a manetta e niente import.

Il fatto e' che il protezionismo adesso si fa un po piu' difficile. Prendete la Toyota: e' nell'occhio del ciclone per problemi legati ad accelleratori delle loro macchine che rimangono bloccati e freni traballini. Ci sono stati milioni di macchine richiamate alla officine per le necessarie modifiche.
Ovviamente il gigante giapponese sta accusando il colpo e i giornalisti americani, da pugili, assestano colpi a piu' non posso......stupidamente. Dico stupidamente perche' Toyota ha qualcosa come 200.000 dipendenti negli Stati Uniti, stabilimenti che si avvalgono di componentistica fornita da altre ditte presenti sul suolo americano (altri dipendenti). In altre parole...Toyota e' si' un gigante giapponese ma anche un prodotto americano e crea parecchio lavoro americano.

Con questo non voglio dire che Toyota non debba prendere provvedimenti sulla sicurezza della sua macchina (la foto e' del presidente di Toyota durante una seduta della House in Washington DC ieri) o che vengano fatte le giuste verifiche....dico solo che minare la presenza di Toyota nel mercato americano, favorendo come fatto notare da NPR le vendite di Ford ed altre, non e' una strategia che aiutera' questo paese.
E che in qualche modo ci crediamo ancora al Yes We Can.
Speruma

2 commenti:

NotreAnne ha detto...

vero> noi qualche settimana fa in colorado ci siamo stupiti di una pubblicita'di non mi ricordo quale produttore (forse proprio toyota???) che marcava il fatto che tutte quelle auto venivano costruite nel nuovp stabilimento negli US. E'comprensibile, ma da davvero lídea di come la situazione non sia rosea.

franceti ha detto...

Interessante: http://www.cmu.edu/homepage/health/2010/winter/driving-a-recalled-toyota.shtml