Vi faccio crescere un poco l'invidia: mi trovo su un balconcino in pantaloncini con davanti l'oceano (o quasi). Mi trovo a San Diego come lo scorso anno e oggi si e' conclusa la conferenza a cui ho partecipato. Quest'anno, con Fra e Teresa abbiamo deciso di volare a San Diego qualche giorno prima e goderci un poco di mare: loro sono tornate a Pittsburgh gia ad inizio settimana mentre io le raggiungero' domani sera.....mi sono portato a lavoro la famiglia. O qualcosa del genere. Ma non voglio parlarvi di San Diego questa volta...ma bensi' dell'atmosfera da conferenza.
Per chi conosce l'argomento mi capira' al volo, per gli altri ci vuole un sforzo di fantasia.
Ormai non posso piu' definirmi un novizio di workshops e conferenze: non le ho contate ma sono ormai 10 anni che partecipo a questi eventi di divulgazione scientifica e posso dire che le persone che si incontrano possono racchiudersi in categorie ben definite. Ve ne presento alcune.
C'e' il professore o ricercatore ormai ben affermato ma che cerca di imparare sempre qualcosa di nuovo: si legge l'agenda per bene prima di arrivare, solitamente si siede sempre nelle prime fila e prima che inizi la sessione e non gli importa molto di vestirsi in modo impeccabile. E colui che fa la domanda sempre precisa, con tono mai aggressivo ma conscio di quello che sa.
C'e' poi il giovane rampante. Se e' in un' azienda solitamente e' vestito elegantissimo e tirato, mentre se arriva dall'universita' cerca di piazzarsi vicino al professore sopra citato anche soltanto per carpire qualcosa respirando la stessa aria. Osservateli mentre decidono dove sedersi alle tavolate del pranzo o durante le pause caffe'.....nulla e' lasciato al caso.
Tutti coloro che arrivano da aziende e hanno qualche prodotto innovativo sono facilmente identificabili: sono gli unici che si intrattengono a parlare con chiunque cercando di portare avanti una conversazione impossibile sul tempo, cibo, la citta' in questione. Per gli altri ho una conversazione e' scientificamente interessante o e' gia' finita. A meno di essere vecchi conoscenti o ex colleghi.
C'e' poi colui che ha l'intervento successivo. Se e' navigato ostenta sicurezza, sorrisi a destra a manca o fa persino finta di non ricordarsi di dover parlare davanti a 100 persone. Balle. Se invece e' un novizio, o il classico sempre emozionato, lo troverete in bagno davanti allo specchio a farsi forza, o disperato nel trovare una bottiglietta d'acqua per evitare l'arsura durante l'intervento.
Se poi la conferenza e' in inglese ci saranno sempre coloro che non sono madre lingua e cercano un connazionale come fosse la manna dal cielo per evitare la tortura dell'inglese.
Vi assicuro, in ogni conferenza potrete trovare sempre questi TIPI, queste personalita' curiosamente assortite per qualche giorno.
E per tutti ci sono due MUST, due regole da seguire: la competenza e la comunicazione. Ho imparato con il tempo che devi conoscere la materia per evitare di fare figure barbine, e poi devi sapere comunicare con gli altri.
Che dite....quasi quasi ci scrivo un film
3 commenti:
... potrei suggerirti il genere, per esempio, mentre uno è in bagno a farsi forza davanti allo specchio, entra una bionda seminuda ecc... ecc... , ma oramai se padre di famiglia ehehhehehe...
scherzi a parte, hai proprio ragione, anche se io purtroppo o per fortuna partecipo solo a quelle aziendali, e quindi non ci sono i "professori"...
goditi il mare
Posso capirti benissimo....la cosa che mi ha aiutato molto nel vincere l'emozione è un corso in inglese chiamato Power presentation ;)
ciao
Fabio
io trovo molto interessanti le contaminazioni linguistiche, ad esempio secondo me la tua frase "Osservateli mentre decidono dove sedersi alle tavolate del pranzo" è mutuata dall'americano.
Chissà fra qualche anno se arriverai anche tu a chiamare le torte Checche (da cake) come certi italoaustraliani di mia conoscenza :-)
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